Internet e nuove tecnologie hanno decisamente facilitato il contatto tra turista e destinazione. Siti, blog, forum, social network, recensioni sono a nostra disposizione per un “check immediato”.
La rete è cosi “impersonale” e “veloce” che miliardi di utenti preferiscono usare questo canale per valutare le località e le strutture turistiche.
Ma la rete ha messo tutte le destinazioni sullo stesso piano: raggiungere informazioni su qualunque zona del pianeta richiede il medesimo tempo. Il “viaggio virtuale” nella Liguria di ponente o a Papakura nella regione dell’Auckland in Nuova Zelanda si consuma in pochi minuti al di là dei chilometri.
Il processo di acquisto diventa inesorabilmente quello del supermercato: infinite “destinazioni” come su uno scaffale dal quale attingere in base alle proprie esigenze e preferenze (ultimanente troppo condizionate dal prezzo).
No! non ci sto più.
Qualche giorno fà, confrontandomi con Paolo Esposito per il quale ho organizzato l’ospitalità per un corso di mountain bike, mi sono accorto di quanto sia importante il rapporto personale.
La conoscenza, la telefonata, la stretta di mano, la disponibilità, la preparazione, l’esperienza e la presenza sono il valore aggiunto.
E allora torno all’esempio di un mio Cliente Albergatore dianese della vecchia generazione, purtroppo scomparso qualche mese fà, il quale partiva in macchina con la valigetta piena di proposte e contratti, con destinazione Germania. Là conosceva, stringeva mani, trasferiva l’emozione dell’esperienza, garantiva la sua presenza e firmava i contratti.
Andava a prendere il Cliente a casa, con personalità.
A noi tutto questo è sconosciuto: forse vale la pena di farlo nostro?